
Il 3 maggio 2022 è stato pubblicato online l'articolo che Federica Nannetti ha scritto sull'album "Compagni di viaggio" per il sito corrieredibologna.corriere.it. L'intervista originale si può leggere a questo link https://corrieredibologna.corriere.it/bologna/cultura-spettacoli/22_maggio_03/reggio-emilia-esce-prima-compilation-edoardo-tincani-capo-ufficio-stampa-diocesi-ded6f480-cae4-11ec-ab67-eba9494eb64f.shtml. La giornalista ha colto il "viaggio per tutte le età" che il disco rappresenta, fra territorio, fede cattolica, pandemia.
Di seguito il testo dell'articolo.
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MUSICA. Reggio Emilia, esce la prima compilation di Edoardo Tincani, capo ufficio stampa della Diocesi
Il territorio, la fede e la pandemia nell’album «Compagni di viaggio»: «Un’opera che è un viaggio per tutte le età», con alcuni brani apertamente ispirati dalla religione
La sua città, Reggio Emilia, la pandemia, la fede cattolica: è un album dalle tante anime quello di Edoardo Tincani, una raccolta di dodici brani musicali che, proprio come suggerito dal titolo stesso, vuole essere tra i «Compagni di viaggio» di tutte le età. «Questo è un album che unisce le generazioni, che potrebbe essere apprezzato un po’ da tutti, dai più piccoli fino alle persone più anziane – ha anticipato il cantautore –: il potere della musica, in fin dei conti, è proprio questo».
L’ispirazione del nuovo lavoro artistico
Compagni di viaggio è appunto l’ultima produzione musicale di Edoardo Tincani, capo ufficio stampa della diocesi di Reggio Emilia e direttore responsabile del settimanale della chiesa di Reggio Emilia-Guastalla, La Libertà, la cui passione per la musica può dirsi davvero innata. Disponibile sia in Cd sia su Spotify (per la prima volta nella sua carriera), è dunque un condensato di significati e suggestioni, a partire dal titolo ispirato alla lettera a Diogneto ma anche al suo sodalizio con Daniele Semprini, compositore delle musiche poi arrangiate da Michele Paolizzi. Ed è stato proprio l’incontro con Semprini, nel 2019, a essere stato in grado di rompere un silenzio di oltre sette anni, un lungo periodo privo di brani scritti ma motore di creatività: «L’ispirazione è arrivata durante le vacanze di quell’anno», ha aggiunto Tincani, per poi lavorarci e tesserci sopra i brani pubblicati ufficialmente circa un mese fa. L’apertura è Fiume che vai, un’immagine della vita stessa che scorre inesorabile, senza mai fermarsi, come le acque che, nonostante le possibili derive, arrivano al mare, simbolo di infinito. La chiusura, con altri due brani per così dire “laici”, è dedicata a una coppia sposata, ai cambiamenti quotidiani che questo comporta, alla necessità di riconoscersi sempre l’uno nell’altro, alla fedeltà dell’amore. Il suo titolo è Noi due, seguito ancora da Reggio Emilia, la canzone omaggio alla sua città attraverso «uno sguardo scanzonato», ha precisato il cantautore, non troppo idilliaco e non senza toccare i suoi difetti, tra riferimenti «al clima non eccezionale», a Max Mara e a Calatrava. «Tuttavia, Reggio è pur sempre la città della Madonna della Ghiara».
Il legame con la fede e la passione per la musica
Ma i brani più prettamente legati alla fede sono altri due, Io sono di Gesù, dedicato al beato Rolando Rivi, seminarista ucciso durante la Seconda Guerra Mondiale a soli 14 anni; e L’ultima Parasceve, sulla storia di Giuseppe d’Arimatea. Due, infine, sono i testi scritti durante la pandemia di Covid: Non avete ancora fede? (27 marzo 2020) è nato dopo la preghiera, in solitaria, di Papa Francesco in piazza San Pietro, le cui immagini hanno colpito tutti. E poi c’è Una nuova umanità, che è «un auspicio a uscire dalla pandemia stessa attraverso una nuova umanità appunto, attraverso una gentilezza ritrovata». Il Cd, pubblicato dalle edizioni San Lorenzo e registrato a Bologna, ha ricevuto i primi apprezzamenti anche per l’arrangiamento, per la sua cura artigianale che davvero lo distingue. Questo album, a bene vedere, è dunque lo specchio dell’intera carriera musicale di Edoardo Tincani che, appassionato più di tutti dei Pooh, ha trovato nella musica leggera e classica una vera e propria «custodia» di vita, di giovinezza. «La prima canzone l’ho scritta nel 1989 – ha concluso –. La notte dei pastori. Ancora oggi la cantiamo alla messa della notte di Natale. Poi sono diventato, durante le scampagnate, un po’ il menestrello del mio gruppo di amici, fino a comporre anche brani per la scuola dei miei figli». E oggi si è andati oltre, fino al prossimo palco.
Federica Nannetti