agosto 08, 2022

Uno dei dischi più originali...

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La Gazzetta di Reggio nell'edizione di lunedì 8 agosto 2022 ha pubblicato una recensione del disco "Compagni di viaggio" a firma di Adriano Arati. La ripropongo di seguito, ringraziando il giornalista e la testata reggiana.


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Reggio Emilia. Un viaggio fra i solchi della fede, della storia, della propria terra. Porta la firma di una figura ben nota nel mondo della stampa e del cattolicesimo locali, Edoardo Tincani, uno dei dischi più originali incisi in questo ultimo anno a Reggio.

“Compagni di viaggio” contiene dodici brani con testi scritti e interpretati da Tincani, direttore del settimanale diocesano La Libertà e responsabile della comunicazione diocesana, su spartiti composti da Daniele Semprini. Canzoni che richiamano solidissime radici folk e pop, italiane e non solo, pensate per lasciare spazio all’autore e alle sue riflessioni. Gli arrangiamenti, prevalentemente acustici, sono stati curati dal direttore artistico Michele Paolizzi, che si occupa dei fiati, e hanno coinvolto il tastierista e fisarmonicista Giovanni Ravaioli, il chitarrista e bassista Stefano Malagoli, il batterista Stefano Valli oltre a diversi altri musicisti reggiani divisi fra archi, fiati e cori. Anche Semprini, oltre a firmare le musiche, entra direttamente in pista con la sua voce in due pezzi.

Tincani ha già in curriculum diversi libri e alcuni album dal vivo relativi ad eventi andati in scena nel Reggiano; “Compagni di viaggio” è il vero debutto come solista ed ha già visto anche alcune tappe dal vivo, sempre in città, con la presenza di una band a fianco del titolare. Il lavoro si inserisce in un filone di musica “evangelicamente orientata”, per usare le parole di Tincani, ispirata alla fede religiosa e alle mille esperienze e vicende ad essa connaturata. Un genere piuttosto radicato in Italia e che negli Usa ha assunto dimensioni notevoli anche da un punto di vista commerciale: nelle varie classifiche di vendita, la “Christian music” e il “Christian Rock” hanno proprie voci autonome e raccolgono consensi numerici elevati.

Il titolo è ambivalente, da un lato sottolinea la collaborazione fra Tincani e Semprini che ha portato sino alle incisioni, dall’altro rimanda alla “Lettera a Diogneto”, antichissimo testo cristiano in greco antico, brillante polemica sulla fede e sul rapporto fra cristianesimo e mondo pagano scoperta in tempi di Umanesimo e rivalutata e diffusa fra diciannovesimo e ventesimo secolo.

Anche le ispirazioni variano parecchio, sia nel tempo che nei temi.

 

Adriano Arati

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