
Era venerdì 13 aprile 1945 quando il seminarista reggiano Rolando Rivi fu freddato nel clima di odio contro la Chiesa e i sacerdoti alimentato dalla guerra in casa nostra. Il ragazzo aveva solo 14 anni. L’indomani papà Roberto e don Alberto Camellini ritrovarono il suo corpo martoriato nel bosco di Monchio. Dopo poco più di un mese la salma di Rolando tornava a San Valentino, tra la sua gente. Sulla tomba il padre fece scrivere queste sue parole: “Tu che dalle tenebre e dall’odio fosti spento, vivi nella luce e pace di Cristo”. Voglio ricordare l'anniversario del martirio di Rolando, che è stato beatificato a Modena il 5 ottobre 2013, ormai dieci anni fa, con la canzone che insieme a Daniele Semprini, autore della musica, gli abbiamo dedicato nel disco "Compagni di viaggio".
Il brano si può ascoltare liberamente su Spotify cliccando queste righe.
Ecco il testo che ho scritto per la canzone, con il racconto in prima persona, da parte del seminarista, della sua vita, dei suoi studi e della sua nascita al cielo.
Io sono di Gesù
Sono stato scatenato da bambino,
nei miei giochi al Poggiolo in allegria.
Sotto il cielo dolce di San Valentino
m’innamoravo della Liturgia.
E rivedo i castagneti di Marola,
là studiavo e pregavo in compagnia
tra le regole severe della scuola
e la musica, fonte d’armonia.
Soprattutto da un Amico, in seminario
io capivo che ero amato più che mai:
avrei voluto partire missionario
e così avvenne quando Lo incontrai.
Io sono di Gesù,
non ho paura di alcun nemico.
In Lui non muoio più
con la pace nel cuore lo dico!
Poi la guerra ci obbligò ad abbandonare
quella grande casa, che sentivo mia;
non avevo tolto l’abito talare
e non volevo perdere la via.
Tra chi resisteva ai nazifascisti
certi avevano una cieca ideologia,
dalla quale i preti erano malvisti:
mi accusarono di essere una spia.
Con l’inganno mi condussero al calvario,
fui percosso e tenuto in prigionia:
silenzi, pianti, misteri del rosario
a sostenere giorni d’agonia.
Io sono di Gesù,
non ho paura di alcun nemico.
In Lui non muoio più
con la pace nel cuore lo dico!
Come vittima di quel disegno losco
alle tre del pomeriggio, il venerdì,
fui spogliato della veste in mezzo al bosco
e trascinato per morire lì.
In ginocchio io pregai per i miei cari
presso l’orlo di una fresca cavità,
alle spalle mi raggiunsero due spari:
per un attimo fu l’oscurità.
Sembrò vincere l’orrore della guerra
e il perdono parve un fuoco spento già
ma come un seme cade nella terra
portavo frutto nella carità.
Io sono di Gesù,
non ho paura di alcun nemico.
In Lui non muoio più
con la pace nel cuore lo dico!
Nessuno mai da Cristo mi ha diviso,
nessuno più alcun male mi farà.
Adesso c’è solo gioia in paradiso,
la luce piena dell’eternità.