
Una giornata dalle tinte contrastanti, quella del 21 novembre 2020: al termine di una settimana gravata da tre lutti tra i sacerdoti diocesani (don Tino Munari, don Gaetano Incerti, monsignor Pietro Iotti poche ore prima), un gesto carico di futuro, in un sabato freddo ma sereno; nel tempo ancora doloroso della pandemia, la soddisfazione genuina di vedere un progetto realizzato nei tempi previsti, con l'impegno di decine di imprese e una sinergia tra istituzioni, grandi aziende e associazioni di categoria che ha funzionato e sta funzionando (ché i lavori proseguiranno). Sarà anche che siamo a Reggio Emilia, città concreta, terra determinata, quando decide che è giusto collaborare a un bene comune. E il 'nuovo' Seminario lo è: dopo avere benedetto l'edificio "A", il vescovo Massimo, artefice primo di un "miracolo laico" che rimane comunitario, si è commosso parlando della Scuola e della Formazione come il primo segnale di rinascita che occorre dare al nostro Paese, così spesso intrappolato nelle sue divisioni di bottega. Sulle pagine del giornale finirà la cronaca che un evento del genere merita, anche perché la cronaca con l'andar del tempo si fa storia. Qui solo due appunti alla fine di una giornata fatta di luci e di ombre, intensa fin dal mattino, benedetta da Dio, Colui che ci fa popolo.